Le ragioni di Proposte: Immaginare il futuro è una pratica di libertà

Il futuro esce dalle cornici

Il futuro ci viene incontro, intanto che noi lo facciamo e in questo divenire c’è il nostro spazio per generare un cambiamento.
In tempi di coesione sociale frantumata, è importante saper costruire consenso. Non intorno a posizioni polarizzare e reattive, e men che meno attorno a facili indignazioni. Serve abituare le persone a connettere azioni ed esiti. Serve riabilitare una competenza ad immaginare scenari possibili, desiderabili e condivisi. E per farlo sono necessarie competenze complesse che integrino scenari e informazioni plurali.

La ‘crisi’ lo ha insegnato a molti: per uscire dalle secche, per rialzarsi dalle cadute, serve una immagine di un futuro verso cui orientarsi,  un’anticipazione di ciò che verrà. Bisogna saper pensare fuori dalle cornici che descrivono l’esistente. Bisogna immaginare un futuro, ed avere un’immaginazione competente, non semplicistica.

Il futuro come costruzione etica e politica

Abbiamo la responsabilità di un futuro eticamente orientato, sottraendo il tema da un’aura di tecnicalità razionale autodeterminata. A chi si pone la domanda di quale collaborazione, quale comunità costruire serve un pensiero politico sul futuro che è invece oggetto di una sorta di afasia sociale che lo lascia al margine non solo dell’agenda politica ma anche del dibattito sociale e quotidiano. Addirittura a volte viene usata l’espressione ‘Sottrazione di futuro’ come se fosse possibile ‘portarlo via’ a qualcuno senza privarlo della vita.
Certo la prefigurazione del futuro è materia complessa: i segni di futuro sobbollono nel presente in forme che devono essere capite con delicatezza perché sono piccoli e incipienti, ci vuole attenzione sottile per ascoltare il nuovo e l’emergente.

Futuri plurali discontinui

Non funzionano le analisi convenzionali che spesso mancano di immaginazione, non sanno vedere il futuro. I cambiamenti enormi avvenuti nei decenni li abbiamo visti e interpretati, a volte anche patiti nelle loro micidiali conseguenze, ma continuiamo a pensare il futuro come una continuità. Una cosa sappiamo: il futuro sarà diverse da presente, è una miniera di sorprese.

Il pensare al futuro singolare è uno dei principali limiti nello sviluppo di una efficace funzione anticipante. La visione del futuro svela tra le righe che la possibilità in gioco sia una sola e che quindi la via sia più o meno tracciata, che la si riesca a percorrere o meno. Davanti a questo unico futuro ci sono poche opzioni, poco margine per le azioni personali e le variazioni. Ragionare invece di futuri plurali apre a diverse opzioni: si possono graduare profondità temporali diverse (5, 10, 20 anni…), si possono fare scelte, privilegiare certi scenari e congiurarne altri. Gli scenari dunque sono descrizioni di futuri possibili e servono a costruire strategie in modo flessibile. Non sono previsioni, ma aiutano ad individuare scelte immediate e scelte posticipabili in attesa degli eventi. Delineare più futuri traducendo le attese e le immagini in una prefigurazione è nei fatti un processo di costruzione del consenso, di un oggetto comune di lavoro, ed allena il pensiero strategico e la capacità di decidere.

La competenza anticipatoria sul futuro è cruciale. Imparare a leggere e scrivere i futuri non è un tecnicismo: è uno strumento di libertà. Insegnare alle persone questa competenza le rende più libere. Saperle usare vuol dire non sprecare energie per pianificare la soluzione di problemi costruiti con le maglie del presente, ed invece cercare e curare con attenzione, sotto traccia, nel presente, i segni del futuro. E’ il compito che, in conclusione delle Città Invisibili, Italo Calvino assegna a chi non vuole rassegnarsi all’inferno di un mondo mal fatto: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli
spazio”.

… e quindi il blog?

Questo è anche il compito che noi assegniamo al blog Proposte: offrire materiali e spunti per immaginare il futuro della collaborazione in un orizzonte temporale medio-lungo (10/15 anni).

Pensiamo al blog come a uno spazio plurale di confronto tra tutti colo che vedono nella collaborazione il futuro della comunità in tutte le sue componenti.