Ti facciamo
una proposta

Abbiamo bisogno di parlare di un nuovo modo di fare impresa.
Di parlare in modo libero e riflessivo, svincolati dai ruoli che ci impegnano, ma forti delle nostre esperienze.
Ci serve un posto e un modo per un confronto libero e creativo aperto a punti di vista e linguaggi diversi.
Vorremmo che questa fosse la funzione del blog Proposte che QUI proviamo a spiegare più diffusamente.
Il blog è nato da un confronto tra dirigenti di Federsolidarietà Lombardia.
I testi pubblicati e le linee di gestione sono frutto di opinioni, valutazioni e scelte  maturate al di fuori da quell’ufficialità.
Magari poi ci torneranno…. chissà.”

Ultima Edizione Magazine

Selezionare o formare?

Formare competenze per l’azienda o selezionare competenze già date? Se evitiamo le trappole retoriche, la domanda è di quelle che -nella prassi- dividono: lo sa bene chi si occupa di selezione, e lo sanno bene le persone che cercano lavoro.

Competenza: materiale mobile

Non ci sono scorciatoie… il lavoratore giusto non esiste così come non esiste l’impresa giusta perché ogni lavoro non è un incastro, ma un percorso in cui impresa e lavoratore si incontrano e cambiano. Per un’azienda ogni assunzione è un investimento di tempo e risorse che si giustifica solo nel tempo: è certo necessario che le funzioni specifiche siano svolte, ma le persone devono anche crescere con i cambiamenti dell’azienda, adeguarsi al contesto aziendale, conoscere e far propri gli obiettivi e l’identità dell’azienda.

Abili e arruolati

Il punto è che non c’è tempo! Le aziende corrono, il mercato corre, la concorrenza corre. Non c’è tempo per formare competenze. Alle imprese servono lavoratori che reggano il ritmo, che sappiano svolgere bene e velocemente la loro mansione, che riescano a collocarsi in fretta nel contesto aziendale. In fondo è sempre stato così: qualunque apprendista sa che il lavoro ’va rubato’ (così si dice), guardando e cercando di imparare da chi lo sa già fare.

Testimonial

Fabio Ferri

Lui ha passato la cinquantina, capelli corti, brizzolati, e una lunga storia cooperativa che gli brilla nello sguardo deciso.

Nessuna ingenuità in lui, ma la consapevolezza di una sfida lunga una vita che non smette di appassionarlo: accompagnare al lavoro persone che il mercato espelle.

Perché chi lavora nelle cooperative di inserimento lavorativo lo sa: dalla possibilità di avere un lavoro passano -soprattutto per persone fragili- non solo un reddito, ma anche relazioni, fiducia nelle proprie capacità, riconoscimento del proprio valore e delle proprie competenze… passa quello che dal lavoro, bello o brutto che sia, passa per tutti: una parte importante della nostra vita.