Autore: Daniele Silvestri
Link: https://www.youtube.com/watch?v=rP_y812oEe0
Perchè la proponiamo: ci piace perché è dura, esplicita, arrabbiata. Entra a gamba tesa nel desiderio di normalità del ‘mondo adulto’ e nelle sue (nostre) strategie di normalizzazione. Qui sotto alcuni stralci di una canzone lunga che vale tutta l’attenzione che chiede.
‘Costretto a rimanere seduto per ore
Immobile e muto per ore
Io, che ero argento vivo
Signore
Che ero argento vivo
E qui dentro si muore’
‘Questa prigione corregge e prepara una vita
Che non esiste più da almeno vent’anni
A volte penso di farla finita
E a volte penso che dovrei vendicarmi’
‘E mi ripetono sempre che devo darmi da fare
Perché alla fine si esce e non saprei dove andare
Ma non capiscono un cazzo, no
Io non mi ci riconosco e non li voglio imitare
Avete preso un bambino che non stava mai fermo
L’avete messo da solo davanti a uno schermo
E adesso vi domandate se sia normale
Se il solo mondo che apprezzo
È un mondo virtuale’
‘Sono fiori e scarabocchi il mio quaderno
Uno zaino come palla al piede
Un’aula come cella
Suonerà come un richiamo paterno
Il mio nome dentro l’appello
E come una voce materna
La campanella suonerà’
Nota: qui una pregevole versione con Rancore e Manuel Agnelli: https://www.youtube.com/watch?v=89Ww2bFLrrc