Regista: François Truffaut (1959)

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=EIv0xXjBfAQ

Il film in sintesi: Antoine, un ragazzo parigino di dodici anni preoccupa seriamente i genitori: spinto dalla sua indole insofferente e ribelle, egli combina infatti ogni sorta di guai. D’altra parte l’ambiente della famiglia e il comportamento dei genitori non possono esercitare un’influenza favorevole sullo sviluppo del fanciullo. Il ragazzo, che si trova a disagio in famiglia ed è incompreso a scuola, comincia a marinare le lezioni ed a vagabondare per Parigi in compagnia dell’amico Renè. Sorpreso a rubare una macchina da scrivere nell’ufficio del patrigno, Antoine viene messo in una casa di correzione: i genitori sono lieti di potersi liberare di lui e della responsabilità che loro spetta per il suo comportamento. Nell’istituto il ragazzo è costretto a umilianti esperienze, finchè un giorno decide di evadere. Approfittando di un rallentamento della sorveglianza, egli riesce a fuggire, ma non torna a casa. Prima di affrontare l’ignoto, egli vuole soddisfare un desiderio che da molto tempo nutre nel segreto dell’animo: vedere il mare. Si dirige così verso la spiaggia, non lontana dalla casa di correzione, finalmente libero e forse, per la prima volta, felice.

Perché lo proponiamo: lo diciamo con le parole di Truffaut: ‘All’inizio doveva essere un cortometraggio di venti minuti dal titolo La Fugue d’Antoine, […]la storia di un ragazzino che non ha il coraggio di tornare a casa dopo aver marinato la scuola e passa la notte in giro per Parigi, poi, a poco a poco, si è trasformata in una specie di cronaca dei tredici anni (l’età più interessante secondo me). L’adolescenza è un modo di essere riconosciuto da educatori e sociologi, ma negato da famiglia e genitori. Per parlare da specialista, direi che lo svezzamento affettivo, il sopraggiungere della pubertà, il desiderio d’indipendenza e il complesso d’inferiorità sono segni caratteristici di quell’età. Basta un solo atto di ribellione e questa crisi viene giustamente chiamata “originalità giovanile”. Il mondo è ingiusto, dunque dobbiamo sbrigarcela da soli: e si fanno i quattrocento colpi’ (che è un modo francese per dire ‘il diavolo a quattro).

Note: il film è stato premiato con la Palma d’oro a Cannes nel 1959 per la migliore regia.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here