Regista: Werner Herzog (1974)

Una clip del film: https://www.youtube.com/watch?v=fjfGvugxGUg

Il film in sintesi: Norimberga, 1828. All’alba, in una piazza, compare come dal nulla un giovane sporco, lacero, che cammina a stento e sa dire una sola frase. L’unica cosa che è in grado di scrivere è la sua firma, Kaspar Hauser. Stringe tra le mani una lettera anonima nella quale si spiega che il ragazzo, abbandonato dalla madre, è stato allevato da un contadino che ora lo affida al capitano di cavalleria. con una lettera in mano. Il giovane, essendo stato rinchiuso in una cella sin dalla nascita, non ha mai visto un essere umano in vita sua, cammina a stento e non è nemmeno in grado di stare seduto a tavola. Tra chi lo reputa un impostore e chi, invece, l’accoglie e ospita nella propria casa senza remore, Kaspar impara lentamente a conoscere un mondo che gli è completamente nuovo. Dopo alcune vicissitudini viene adottato da un insegnante, il prof. Daumer, presso il quale troverà stabile dimora fino ai suoi ultimi giorni. Kaspar ha una ricca immaginazione artistica, ma è il solo a comprenderla: suona il piano seguendo una tecnica totalmente personale, inventa storie affermando di “conoscerne solo l’inizio”. Educarlo è difficile: rifiuta l’esistenza di Dio e ha una concezione delle cose innocente e fanciullesca, credendo, per esempio, che la frutta sia dotata di personalità propria. Attraversando vari (e fallimentari) tentativi di educazione subiti, Kaspar Hauser incapperà in un episodio drammatico che poterà la storia verso il suo epilogo.

Perché lo proponiamo: tratto da una storia vera, il film esplora l’eterna questione del ‘buon selvaggio’ e della tensione tra natura e cultura che lacera la storia di Kaspar. E la nostra?

Nota: dalla questa storia è stato tratto un omonimo episodio a fumetti di Martyn Myster per la storica casa editrice Bonelli.

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